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Il primo esempio è fornito da tutte quelle clausole, inserite insieme alla definizione di alcune forme criminali, che esprimono una soluzione di sussidiarietà espressa a favore della natura apparente di una possibile contesa di reati. Pertanto, quando il titolo dell arte. del codice penale, che caratterizza le diverse varianti dell omicidio stricto sensu, incorpora la clausola -non inclusa nell articolo precedente- (che caratterizza il parricidio), espressa preoccupazione legislativa in caso di una possibile violazione del divieto di doppia valutazione , che si verificherebbe se l autore di un parricida fosse anche l autore di un omicidio per lo stesso fatto (in senso estensivo).

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L altro esempio che può essere menzionato qui è la regola dell arte. dello stesso codice, relativo all eventuale inerente (formale o materiale) di determinate circostanze aggravanti rispetto alla classificazione del rispettivo reato. Se una circostanza, legalmente riconosciuta come aggravante, è già costitutiva dell atto penale di cui si riferisce la denuncia, o è esplicitamente o implicitamente contenuta nella sua classificazione, allora - per requisito del principio ne bis in idem - non può essere presa in considerazione. considerazione nella determinazione della penalità corrispondente. b) Il contesto interprocessale Il principio del ne bis in idem nel diritto penale il principio del ne bis in idem è espressamente sancito, sebbene nella sua dimensione esclusiva di divieto di azioni penali multiple; e dall altro, perché la portata di questo divieto di giudizio multiplo è definita dal riferimento allo stesso fatto, nel senso dello stesso fatto procedurale, in conformità con l analisi già offerta di quest ultima nozione.

Le due considerazioni si basano sull attenzione diretta all inc. º dell arte. º del codice di procedura penale, che sancisce il principio di -unico procedimento giudiziario- nei seguenti termini: la persona Cnada, assolta o dimessa in via permanente da una sentenza eseguita, non può essere soggetta a una nuova procedura penale per lo stesso fatto. Che questo sia, esclusivamente, il divieto di perseguire più procedimenti, si manifesta nella formulazione letterale della disposizione, che limita l oggetto del divieto di sottoporsi a -una nuova procedura penale-.

Ciò non significa, ovviamente, che nel contesto interprocessivo si possa presumere l irrilevanza di per sé della dimensione di divieto della puntura multipla. Ciò che è, piuttosto, è che l inibizione della puntura multipla, sotto questa consacrazione del principio ne bis in idem come standard di chiusura procedurale, diventa un effetto riflesso del divieto di giudizio multiplo, a condizione che il risultato di un l eventuale primo processo è stato l imposizione di una sanzione attraverso la sentenza Cnatoria corrispondente.

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Va notato, a sua volta, che nella disposizione citata il principio ne bis in idem è formulato esclusivamente come divieto di giudizio multiplo successivo, che si ottiene come conseguenza interpretativa che il bilancio per l applicazione della norma è costituito dal pronuncia di una sentenza esecutiva che ha comportato, con l effetto di una sostanziale res judicata, una Cna, un assoluzione o un licenziamento definitivo della stessa persona in relazione allo stesso fatto. Ciò non significa, ovviamente, che il diritto processuale penale non riconosca un divieto di azioni penali simultanee multiple; Ciò si esprime, piuttosto, nella consacrazione del contenzioso sulla pendenza come un eccezione della pronuncia precedente e speciale, parallelamente all eccezione della res judicata, come previsto dall art. del codice di procedura penale.

Come già avanzato, la cosa fondamentale è riparare, in secondo luogo, nella misura in cui la disposizione legale conferisce il divieto di giudizio multiplo. La sua estensione è maggiore di quella che determina la portata del divieto di puntura multipla nel contesto intraprocessuale. In effetti, in modo che il divieto di giudizio multiplo dell art. º del codice di procedura penale è sufficiente che l oggetto del giudizio costituisca -lo stesso fatto- che era soggetto al giudizio precedente. E con -lo stesso fatto- può essere compreso qui.

La ragione di ciò è connessa a un duplice aspetto della progettazione del processo penale. Da un lato, è una condizione essenziale per l esistenza di continuità nello sviluppo del processo in caso di modifica della sua qualificazione legale (provvisoria). Ciò che garantisce che la continuità sia proprio l identità dell oggetto procedurale nel tempo. Quindi, se l oggetto del processo è costituito dallo stesso fatto in senso procedurale, la validità del principio di congruenza, integrato dal principio di riqualificazione, richiede che l id l entità di tale fatto non è modificata dalla sua eventuale riqualificazione.

Ma questo è anche collegato, d altra parte, con una condizione di legittimazione dell azione penale, che riguarda due delle funzioni la cui esecuzione rientra nella progettazione del processo penale. Da un lato, esiste un requisito di giustizia procedurale, per quanto riguarda l asimmetria della posizione delle parti intervenienti nel processo, il che significa che il ministero pubblico riconosce, almeno prima facie, un unica opportunità per rendere effettiva la domanda punitiva dichiarare attraverso l esercizio di un azione penale pubblica. In caso contrario, l organo giudiziario potrebbe sottoporre ripetutamente la stessa persona all eventualità di un procedimento penale, senza essere vincolato dall obbligo di rispettare gli standard di rigore e completezza nell individuazione delle circostanze di fatto rilevanti ai sensi della legge eventualmente applicabile dal tribunale competente. In tale misura, l effetto collaterale dell incentivo alla prudenza nei procedimenti penali può anche essere attribuito alla garanzia del procedimento giudiziario unico.

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D altra parte, come già indicato, la funzione della certezza del diritto che il disegno procedurale deve anche svolgere si traduce nella necessità che l esercizio della giurisdizione sull oggetto del processo diventi una risposta legalmente definitiva all incertezza associata. all eventuale commissione di un atto penale. Pertanto, nella misura in cui il divieto (interprocessuale) di azioni penali multiple opera in riferimento al perseguimento dello stesso fatto in senso procedurale e non dello stesso reato o atto penale in senso giuridico-penale, la sua portata è più ampia di quella di il divieto (intraprocessuale) di puntura multipla. Rimane una questione aperta, nell ambito del diritto procedurale, quali sono i criteri specifici per il riconoscimento di un identità fattuale in senso procedurale.

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Sembra abbastanza chiaro, tuttavia, che nella misura in cui due o più atti criminali concomitanti sono collegati da una relazione di unità giuridica di fatto, nella forma di un concorso ideale, si presumerà comunque che tali atti criminali configurano un singolo fatto in senso procedurale. A questo proposito, a). Il principio del ne bis in idem nel diritto penale c) Il contesto intergiurisdizionale D altra parte, lo stesso non si può dire del modo in cui il principio del ne bis in idem diventa operativo nello scenario corrispondente a quanto sopra definito come il -Contesto intergiurisdizionale-.

Perché qui, come anticipato, la variabile appare nella misura in cui la giurisdizione di uno Stato sovrano può essere negativamente condizionata dal riconoscimento dell esercizio della giurisdizione di un altro Stato sovrano. La misura precisa del riconoscimento dell -effetto sulle condanne penali dei tribunali stranieri- è definita, come sarà anche avanzata, dalle regole espresse nell art. del codice di procedura penale.